Allattamento a rischio e come presentare la domanda
Oggi sento il dovere di parlare di allattamento a rischio, di come funziona, come si presenta la domanda e quali sono gli obblighi del datore di lavoro.
Sento il dovere di spiegare che cosa sia l’allattamento a rischio perchè una mamma della nostra community si è vista respingere la domanda presentata presso la DTL (Direzione Territoriale del Lavoro) con apposita istanza per interdizione al lavoro per rischio fisico e biologico.
Ma quindi è davvero possibile astenersi dall’andare al lavoro durante l’allattamento? Vediamo nello specifico come funziona la richiesta di interdizione al lavoro fino al compimento del settimo mese di vita del minore.
Ho iniziato questo articolo parlando di allattamento a rischio, ma il tema è proprio quello dell’interdizione dal lavoro fino al compimento del 7° mese del minore ossia la possibilità per la neo mamma di astenersi, retribuita al 100%, dal lavoro durante il periodo di allattamento se questo risultasse a rischio perché esposta ad agenti pericolosi per la propria salute e per quella del bambino o in caso ricoprisse ruoli che prevedono un certo sforzo fisico. (Nel caso di lavoro notturno (dalle 24 alle 6), chi allatta può essere esentata fino a un anno dopo il parto, fino a 3 anni su richiesta e fino a 12 anni se è una mamma single).
Il Testo Unico in materia di maternità e paternità prevede una misura, quella dell’allattamento a rischio, al fine di garantire la sicurezza della donna nel periodo successivo al parto. Assicurare alla neo mamma uno stile di vita sano tale da non pregiudicare e compromettere la quantità ma anche la qualità del latte a disposizione, la sua specificità.
I settori lavorativi che possono rappresentare dei fattori di rischio per le neo mamme condizionando negativamente l’allattamento sono:
- il settore industriale;
- il settore della sanità;
- il settore della ristorazione e commercio alimentare;
- il settore dell’agricoltura;
- il settore estetico e parrucchiere;
- il settore alberghiero e domestico;
- il settore scolastico
In questi settori infatti, le lavoratrici possono venire a contatto con:
- agenti fisici: nel caso le lavoratrici si trovino esposte a radiazioni ionizzanti, nello specifico a 1 millisievert all’anno, lavorando quali tecniche di laboratorio radiologico o come radiologhe oppure alle lavoratrici che subiscono rumori molto forti, sopra i 90 decibel, o ancora a quelle che subiscono sollecitazioni termiche, lavorando in cucine troppo calde o in celle frigorifere. O le lavoratrici sottoposte a vibrazioni negli arti superiori o su tutto il corpo lavorando ad esempio sulle navi, sui treni e su altri mezzi di trasporto in moto;
- agenti biologici: caso in cui le lavoratrici operino ini reparti per malattie infettive, mentali o nervose si occupino dell’allevamento e della cura del bestiame ed anche di quelle che sono impiegate nel settore della scuola, laddove possono venire a contatto con malattie infettive quali varicella e rosolia trasmesse dagli alunni;
- agenti chimici: si veda il caso delle lavoratrici che sono obbligate al contatto con vernici, gas, polveri, fumi, mercurio e derivati, pesticidi, sostanze tossiche, corrosive, esplosive ed infiammabili poiché lavorano nel settore agricolo o in industrie chimiche o anche le estetiste o le parrucchiere che utilizzano prodotti chimici, ecc.
Sono considerati rischiosi anche quei lavori che le lavoratrici svolgono in presenza di sforzo fisico o posture prolungate o ancora l’utilizzo di scale/impalcature. Si pensi alle lavoratrici del settore alberghiero e domestico, alle operatrici sanitarie (infermiere e dottoresse) o alle parrucchiere ed estetiste che trascorro molte ore in piedi o, ancora, alle insegnanti che possono assumere dei carichi posturali scorretti e prolungati nel tempo.
Allattamento a rischio, gli obblighi del datore di lavoro
Al rientro della lavoratrice dalla maternità il datore di lavoro deve valutare se ci sono rischi per l’allattamento nel rispetto delle linee guida elaborate dalla Commissione dell’Unione Europea. Deve valutare cioè se la mansione a cui la lavoratrice è normalmente assegnata, è compatibile con l’allattamento oppure se i suoi compiti rischiano di recare pregiudizio o possono essere nocivi per la sua salute. In tal caso adotta le misure necessarie affinché il problema venga risolto.
Se la neo mamma si trovasse esposta ad uno dei rischi di cui abbiamo già parlato, allora deve essere assegnata ad una mansione diversa e non a rischio fino ai 7 mesi di vita del bambino. Un’insegnante potrebbe essere spostata di classe e impiegata in biblioteca qualora la consueta attività lavorativa la costringa a uno sforzo fisico notevole o a una postura scorretta o all’esposizione a malattie infettive stando a stretto contatto con i bambini.
Qualora invece non fosse possibile assegnare una mansione diversa alla neomamma, alla stessa spetta l’astensione dal lavoro fino al settimo mese. In questo caso la lavoratrice deve presentare apposita istanza scritta alla Direzione Territoriale del Lavoro competente che provvederà all’interdizione dal lavoro.
Come funziona la domanda per allattamento a rischio
La richiesta di interdizione dal lavoro post partum fino al compimento del 7 mese del minore per la lavoratrice madre addetta a lavori vietati o pregiudizievoli per la salute della donna e del bambino, deve essere indirizzata alla Direzione Territoriale del Lavoro (DTL) di competenza del comune di svolgimento dell’attività lavorativa.
Tale richiesta deve essere presentata su apposito modulo che puoi scaricare qui
Nella stessa istanza devono essere riportati i dati anagrafici della lavoratrice (nome, cognome, data e luogo di nascita, residenza, via/piazza, numero civico, telefono, e-mail e codice fiscale), l’indicazione della ditta/società/amministrazione dove la stessa è occupata e della relativa sede (comune, provincia, cap, via, numero civico, telefono, fax, e-mail) nonché di quella del luogo di lavoro effettivo (comune, provincia, cap, via e numero civico).
A seguire va indicato il settore nel quale la lavoratrice è impiegata, se privato o pubblico, il suo contratto, se a tempo indeterminato o determinato con l’eventuale scadenza, o altro contratto, la qualifica della lavoratrice (se operaia, impiegata, quadro o dirigente), il tipo di contratto se a tempo pieno (con l’orario di lavoro e dei giorni settimanali), senza o con turni o ancora se a tempo parziale con la relativa specificazione dei giorni/periodi e l’orario di lavoro.
Va inserita l’indicazione relativa all’eventuale periodo di assenza dovuta a malattie o ferie. Deve essere poi riportata la richiesta relativa all’interdizione dal lavoro fino al 7° mese dal parto con l’indicazione della data in cui questo è avvenuto.
Occorre allegare i seguenti documenti:
- certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
- dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
- DVR redatto da datore di lavoro;
- ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
Nell’istanza la lavoratrice deve dichiarare di avere presentato al proprio datore di lavoro il certificato medico di nascita e la data di presentazione dello stesso.
La domanda si conclude con l’informativa sulla privacy, in cui la lavoratrice dichiara di essere stata informata, ai sensi e per gli effetti del Regolamento (UE) 2016/679, che l’Ispettorato tratterà i dati necessari alla gestione dell’istanza con le modalità prescritte per il trattamento dei dati personali. La richiesta va quindi, datata e firmata dalla lavoratrice
In caso di diniego di accoglimento da parte della DTL, l’istante può promuovere a presentare ricorso via PEC o raccomandata R.R. entro 10 gg. dal ricevimento del diniego stesso.
Hai già verificato a quali bonus/premialità/indennità hai diritto?
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La domanda per allattamento a rischio quando si fa se viene chiesta dalla lavoratrice? La cooperativa dove lavoro non la fatta essendo che lavoro in casa di riposo sono a contatto con materiale biologico adesso ancora peggio con il covid la mia piccola fa 3 mesi il 17 dicembre e mi hanno chiamato dicendomi che devo rientrare il 18 come è possibile pensavo loro avevano fatto tutto perché così è stato detto…grazie spero una riposta se sono in tempo per farlo io graziemille
Ciao Claudia,
in caso di rischio biologico (come nel tuo caso) deve essere la madre a chiedere il prolungamento del periodo di congedo di maternità fino ai 7 mesi del bambino.
Se la lavoratrice si trova nella condizione di rischio sopra citato viene, ove possibile, ricollocata in altra mansione. Se ciò non è possibile resta a casa ricevendo stipendio pieno.
La domanda per il riconoscimento del rischio biologico deve essere presentata, entro la fine della maternità obbligatoria, dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato.
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Rimaniamo a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Buona serata🙂
Salve volevo sapere dopo che ITL da parere positivo e accetta l’interdizione cosa bisogna fare???? Bisogna Andare in un caf o inps???
Ciao Sebastiano,
no, dopo che l’ITL avrà accettato la richiesta di allattamento a rischio sarà sufficiente consegnare il provvedimento al datore di lavoro, che inoltrerà relativa comunicazione ad INPS.
Buona giornata🙂
Io sono una OSS (operatore socio sanitario). Dovrei fare la domanda per il rischio biologico…
I tre mesi dopo il parto sono quelli obbligatori poi in più ho ancora 7 mesi di rischio biologico?? (3 mesi + 7 di rischio biologico) giusto?? . E come vengo retribuita ? Al 100%
Ciao Martina,
no, sono 3 mesi dopo il parto+ altri 4 per il rischio, quindi la maternità viene estesa fino ai 7 mesi del bambino con retribuzione al 100%.
Dopo questo periodo avrai diritto ad altri 6 mesi di maternità facoltativa con retribuzione al 60%.
Buona serata🙂
Buongiorno. Ho fatto richiesta di allattamento a rischio (sia io che il mio datore di lavoro) in quanto lavoro per una cooperativa con i ragazzi con disabilità, e sono esposta a rischi biologici, soprattutto in questo periodo. La mia domanda è, poiché finirò la maternita obbligatoria il 12 aprile, non avendo ancora ricevuto nessuna risposta, devo usufruire di ferie/altro o l’allattamento a rischio è retroattivo dalla data di presentazione della domanda? Inoltre, quali sono i tempi di risposta dell’ispettorato? Io mi sono rivolta allo sportello di roma.
Grazie mille!
Ciao Martina,
solitamente, in questo caso, l’ispettorato risponde in massimo 10 giorni.
Ti consigliamo, quindi, di sollecitare una loro risposta se non l’hai ancora ricevuta.
Buona serata🙂
Ciao sono un’educatrice dovevo tornare a lavorare a Gennaio. La mia datrice di lavoro ha fatto la richiesta per l’allattamento a rischio.questa è stata accettata perché mi è arrivata la conferma dall’ispettorato. Ma ora mi dice che devo fare una richiesta sul sito dell’INPS, cercando non ho trovato nulla. Sapete darmi informazioni?
Ciao Ilaria,
se la tua richiesta è stata accettata dall’ITL tu non devi fare altro sul sito dell’INPS.
Deve essere il datore di lavoro a comunicare ad INPS, il prolungamento della tua maternità.
Buona serata🙂
Buongiorno, volevo say se dopo il prolungamento della maternità obbligatoria per rischio biologico si può usufruire ancora della maternità facoltativa. Se sì per quanto tempo?
Ciao Elisabetta,
si, puoi usufruire della maternità facoltativa, in modo continuativo o frazionato, per un totale di 6 mesi.
Buona serata🙂
Salve, la mia mansione è operaia cameriera in sala bar in hotel per servizio colazione a tempo indeterminato 6 giorni su 7 per 6,40 al giorno.Ora sono a casa per gravidanza a rischio.La data presunta del parto è il 24/12/2020.Per poter far richiesta di interdizione post partum come mi devo comportare?
Ciao Dania,
in caso di rischio biologico, chimico o fisico, la madre può prolungare il periodo di congedo di maternità fino ai 7 mesi del bambino.
Se la lavoratrice si trova nella condizione di rischio sopra citato viene, ove possibile, ricollocata in altra mansione. Se ciò non è possibile resta a casa ricevendo stipendio pieno.
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata🙂
Salve, fino al 30 dicembre sarò in maternità obbligatoria per un vecchio lavoro ormai concluso. Per gennaio sono stata chiamata a lavorare per una comunità per minori dove è previsto l’allattamento a rischio. Ma posso usufruirne anche io non avendo mai lavorato ieri loro? Dovrei forse lavorarvi qualche giorno? Voi scrivete che va chiesta entro la fine della maternità obbligatoria, ma nel mio caso non è possibile perché io verrò contrattualizzata dopo…
Ciao Valentina,
no, purtroppo se il tuo contratto inizierà dopo la fine della maternità obbligatoria non potrai fare richiesta dell’allattamento a rischio.
La domanda può essere fatta solo in riferimento ad un contratto in essere prima della fine della maternità obbligatoria (quando, appunto, è necessario inoltrare la domanda di maternità a rischio all’ITL).
Buona serata🙂
Ed allora come si farà visto che non posso essere adibita ad altre mansioni e che sono obbligati a contrattualizzarmi perché vincitrice di concorso pubblico (è una Ipab) e prossima il lista di graduatoria? Non possono scavalcare me ed assumere quella dopo…
Ciao Valentina,
in tal caso, essendo la situazione particolare, puoi provare ad inoltrare la richiesta ugualmente in quanto, se non c’è la possibilità di adibirti ad altra mansione priva di rischi, sussistono i requisiti per ottenere la proroga della maternità fino al 7° mese del bambino.
Buona serata🙂
Buongiorno ho richiesto al mio datore di lavoro interdizione post partum e mi è stato richiesto certificato che attesti il mio allattamento.. A chi va richiesto? Pediatra o medico di base? Grazie
Ciao Francesca,
il certificato puoi richiederlo sia al pediatra che al tuo medico di base, ma in ogni caso l’interdizione post-partum non deve essere richiesta al datore di lavoro (e non viene richiesta dimostrazione effettiva dell’allattamento).
per richiedere l’allattamento a rischio è necessario consegnare, al datore di lavoro, il certificato di nascita del bambino entro 30 gg dal parto.
Successivamente il datore di lavoro è tenuto a redigere il DVR (documento di valutazione del rischio).
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato.
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata🙂
Buonasera,
mi chiamo Noemi e sono una insegnante di scuola primaria. Il mio bimbo è nato ad ottobre e fino al 12 febbraio c.m. sono stata in maternità obbligatoria. Poco prima del termine della m.o. ho fatto richiesta per due mesi di maternità facoltativa (o congedo parentale). Purtroppo solo oggi ho saputo della possibilità di far richiesta per l’allattamento a rischio (nemmeno al sindacato mi hanno detto nulla). Posso comunque provarla a richiedere? E, qualora non mi venga riconosciuta, potrò poi usufruire dei restanti mesi di congedo parentale?
Grazie mille
Ciao Noemi,
la domanda di allattamento a rischio andrebbe inoltrata prima della fine della maternità obbligatoria, ma se ci sono le condizioni puoi comunque provare a richiederla.
Nel caso in cui la domanda venisse rifiutata potresti, in ogni caso, continuare ad usufruire dei mesi restanti di maternità facoltativa.
Buona serata🙂
Buongiorno,
fino al 13 dicembre ho usufruito del periodo obbligatorio di maternità dal 16 dicembre ho iniziato a lavorare presso ospedale pubblico reparto medicina a tempo indeterminato (sono infermiera).Posso effettuare la domanda essendo a rischio alto?
Ciao Chiara,
l’interdizione posticipata di maternità (allattamento a rischio) deve essere richiesta prima della fine della maternità obbligatoria.
Ma nel tuo caso particolare, avendo tu iniziato a lavorare dopo la fine di tale periodo, puoi provare ad inoltrare la richiesta ugualmente in quanto sussistono i requisiti per ottenere la proroga della maternità fino al 7° mese del bambino.
Buona serata🙂
Buongiorno, io ho fatto domanda online inviandola con una pec potreste dirmi quanto tempo l’ispettorato del lavoro si prende per risponderti? Oppure sono io a chiamare se è stata accettata oppure no? Lo stesso ispettorato non ha risposto all’invio della domanda devo considerarlo normale? Grazie a tutte
Ciao Stefania,
solitamente l’ITL risponde a queste richieste entro 10 giorni dall’invio della domanda.
Se, dopo tale termine, non dovessi avere ricevuto ancora una risposta, ti consigliamo di contattare l’ITL di competenza via PEC, mail o telefono.
Buona giornata🙂
Salve, sono un tecnico di laboratorio biomedico, in laboratorio pubblico del ssn, in maternità obbligatoria, volevo chiedere l interdizione posticipata ma la mia amministrazione ha detto che non mi spetta… Volendo inoltrare la domanda all ITL io stessa, devo sempre relazionarmi con l amministrazione della mia asl per avere tutti i documenti da allegare?
Ciao Simona,
si,per richiedere l’allattamento a rischio è necessario consegnare, al datore di lavoro, il certificato di nascita del bambino entro 30 gg dal parto.
Successivamente il datore di lavoro è tenuto a redigere il DVR (documento di valutazione del rischio), se lo richiedi, però, l’amministrazione è tenuta a consegnarti questo documento.
Con questo documento e con la compilazione del modulo dedicato a questa richiesta, la lavoratrice dovrà presentare richiesta di allattamento a rischio all’ITL di competenza per il suo territorio che poi si metterà in contatto col datore di lavoro e, se questo confermerà l’impossibilità di adibire la lavoratrice ad altra mansione priva di rischio, disporrà il prolungamento della maternità obbligatoria fino ai 7 mesi di vita del bambino.
Buona serata🙂
Salve, sono un infermiera al 1 mese di di maternità obbligatoria,
le vorrei chiedere dove posso trovare un format di richiesta di allattamento a rischio fino al settimo mese, da inviare al datore di lavoro.
cordiali saluti Susanna
Ciao Susanna,
la domanda di allattamento a rischio non va inoltrata direttamente al datore di lavoro.
La predetta domanda deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato.
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Per ulteriori informazioni o chiarimenti puoi contattarci via mail al seguente indirizzo infosportellomamme@gmail.com.
Rimaniamo a disposizione.
Buona giornata🙂
Salve, lavoro in un fast food. Ho terminato la maternità obbligatoria il 25/12 e ora sono in congedo parentale. Posso fare richIesta ugualmente per l’allattamento a rischio ed eventualmente annullare la domanda di congedo? Grazie. Silvia
Ciao Silvia,
da regolamento la richiesta di allattamento a rischio deve essere inoltrata entro la fine del congedo di maternità obbligatoria.
Puoi, se ci sono i requisiti, provare ad inoltrare comunque la richiesta e, qualora venisse accettata, chiedere l’annullamento delle domande di congedo parentale.
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato.
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata🙂
una volta inviata la domanda di allattamento a rischio all’ITL di competenza dopo quanto tempo ti fanno sapere l’esito?
Ciao Gessica,
solitamente l’ITL dovrebbe emettere un provvedimento d’interdizione o diniego entro 7 giorni dalla ricezione della documentazione completa.
Buona serata🙂
Buongiorno,
Lavoro per una cooperativa sociale, presso una scuola dell’infanzia, come educatrice di sostegno. Attualmente sono in maternità anticipata per lavoro a rischio e a breve entrerò in maternità obbligatoria. Mi è stato detto che noi rientriamo tra le lavoratrici che possono prolungare maternità obbligatoria fino 7 mesi di vita bambino/a, ma una mia collega, rientrata da poco, non era riuscita ad ottenere questo. Sapete qualcosa a riguardo?
Ciao Giorgia,
per poter fare richiesta di allattamento a rischio è necessario, come primo passo, farsi rilasciare il DVR dal datore di lavoro.
Questo documento riporta tutti i fattori di rischio biologico, chimico o fisico presenti sul posto di lavoro. Se, da questo documento (che dovrebbe essere stato anche aggiornato in merito alla possibilità di contagio da COVID-19), si evince la presenza di un tipo di rischio tra quelli citati e non vi è la possibilità di adibire la lavoratrice ad una mansione priva di rischio (questa è sempre la prima opzione), quest’ultima potrà inoltrare la richiesta di allattamento a rischio all’ITL di competenza per il suo territorio.
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato.
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata🙂
Salve, sono un’Assistente Sociale dipendente di una Cooperativa Sociale ma operante presso lo sportello PIT di un Comune. Il mio lavoro, durante le ore di front office mi porta a stare a contatto con gente e nuclei familiari potenzialmente portatori di malattie e di scarsa igiene personale. Ho i requisiti per richiedere l’allattamento a rischio. La mia Cooperativa Sociale non ne ha mai sentito parlare…
Ciao Anna,
tra le categorie che possono presentare la domanda di allattamento ci sono anche le assistenti sociali.
La domanda per il riconoscimento del rischio biologico (in questo caso) deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato (ti inviamo il modello in allegato)
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata😊
Buongiorno
Lavoro in una catena di gioiellerie italiana molto famosa in uno dei centri commerciali più grandi della Lombardia.
Oltre ad essere in contatto con molte persone ogni giorno utilizziamo particolari acidi per il ritiro dell’oro usato e effettuiamo fori al lobo. Potrei fare richiesta anche io di allattamento a rischio? Tra pochi giorni entro nell’ottavo mese di gravidanza. Sono un indeterminato part time. Grazie mille
Ciao Giulia,
In caso di rischio biologico, chimico o fisico, la madre può prolungare il periodo di congedo di maternità fino ai 7 mesi del bambino.
Se la lavoratrice si trova nella condizione di rischio sopra citato viene, ove possibile, ricollocata in altra mansione. Se ciò non è possibile resta a casa ricevendo stipendio pieno.
Quindi come prima cosa è necessario che l’azienda rilasci il DVR (documento di valutazione del rischio).
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza (prima della fine della maternità obbligatoria) allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata.🙂
Buonasera, sono una dipendente statale, lavoro come civile per il ministero della difesa e vorrei sapere se posso fare richiesta per l’interdizione fino al settimo mese di vita del figlio,visto che la mia segreteria personale non ne sa nulla al riguardo. Attualmente sono in maternità obbligatoria. Grazie
Ciao Nadia,
per poter fare richiesta di allattamento a rischio è necessario, come primo passo, farsi rilasciare il DVR dal datore di lavoro.
Questo documento riporta tutti i fattori di rischio biologico, chimico o fisico presenti sul posto di lavoro. Se, da questo documento (che dovrebbe essere stato anche aggiornato in merito alla possibilità di contagio da COVID-19), si evince la presenza di un tipo di rischio tra quelli citati e non vi è la possibilità di adibire la lavoratrice ad una mansione priva di rischio, quest’ultima potrà inoltrare la richiesta di allattamento a rischio all’ITL di competenza per il suo territorio.
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato.
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice (al di là della volontà del datore di lavoro).
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata.🙂
Ma la richiesta per L’ allattamento a rischio si chiede dopo aver finito la maternità obbligatoria o subito dopo la nascita del bambino ?
Ciao Daniela,
la domanda di allattamento a rischio deve essere inoltrata all’ITL entro la fine della maternità obbligatoria.
Buona serata🙂
Buonasera, il tecnico di laboratorio in ospedale rientra nei lavori per cui si può richiedere l’estensione?
Ciao Lucia,
si, il tecnico di laboratorio ha come fattore di rischio gli agenti biologici (di gruppo 2 o superiore), quindi può richiedere l’allattamento a rischio.
Buona giornata🙂
Salve,la cassiera di una catena di negozi di elettronica può rientrare tra le figure lavorative che possono usufruire del l’allattamento a rischio?Soprattutto in questo periodo storico particolare?grazie
Ciao Ester,
per poter fare richiesta di allattamento a rischio è necessario, come primo passo, farsi rilasciare il DVR dal datore di lavoro.
Questo documento riporta tutti i fattori di rischio biologico, chimico o fisico presenti sul posto di lavoro. Se, da questo documento (che dovrebbe essere stato anche aggiornato in merito alla possibilità di contagio da COVID-19), si evince la presenza di un tipo di rischio tra quelli citati e non vi è la possibilità di adibire la lavoratrice ad una mansione priva di rischio (questa è sempre la prima opzione), quest’ultima potrà inoltrare la richiesta di allattamento a rischio all’ITL di competenza per il suo territorio.
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato.
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata🙂
Buonasera, sono una insegnante di sostegno. Ho accettato una convocazione il 21/09/2020 ma ero in maternità obbligatoria dal 16/09/2020. Attualmente sto valutando l’idea di fare richiesta di allattamento a rischio per rischio biologico a causa del COVID. LA mia maternità obbligatoria termina il 18/02/2021. Sono in tempo a fare la richiesta? Inoltre vorrei chiedere se la dichiarazionen del datore di lavoro indicata come “dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda” corrisponde al modulo Modulo INL 11 presente sul sito dell’ispettorato del lavoro. Quindi ricapitolando andrebbero inviati:
– certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
– cerificato di gravidanza con data presunta del parto (se il parto è stato anticipato)
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda (Modulo INL 11?)
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro (nel mio caso non è necessario vero?).
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato (Modulo INL 11.1);
Potreste delucidarmi quanto prima?
Grazie
Saluti
Ciao Raffaella,
il modulo INL 11.1 è il documento per la richiesta di allattamento a rischio.
Invece, il datore di lavoro, dovrà fornirti il DVR e una certificazione (una sua dichiarazione) nella quale indica la tua mansione e l’impossibilità ad adibirti ad altra mansione priva di rischio (in quanto questa sarebbe sempre la prima scelta da dover prendere).
Buona serata🙂
Salve, sono una farmacista e a marzo dovrei rientrare a lavoro.
Volevo sapere se è possibile richiedere l’allattamento a rischio considerato che lavoro con il pubblico e che, per questioni di rischio, non posso fare il vaccino anti covid, considerata la poca conoscenza che c’è al riguardo per le donne in allattamento.
E’, inoltre, possibile richiedere la stessa procedura anche se il datore di lavoro non è d’accordo?
Grazie
Ciao Gaia,
per poter fare richiesta di allattamento a rischio è necessario, come primo passo, farsi rilasciare il DVR dal datore di lavoro.
Questo documento riporta tutti i fattori di rischio biologico, chimico o fisico presenti sul posto di lavoro. Se, da questo documento (che dovrebbe essere stato anche aggiornato in merito alla possibilità di contagio da COVID-19), si evince la presenza di un tipo di rischio tra quelli citati e non vi è la possibilità di adibire la lavoratrice ad una mansione priva di rischio, quest’ultima potrà inoltrare la richiesta di allattamento a rischio all’ITL di competenza per il suo territorio.
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato.
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice (al di là della volontà del datore di lavoro).
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata.🙂
Buongiorno. Sono una docente con contratto al 30.06.2021. La mia maternità obbligatoria termina il 23 luglio 2021, pertanto non sapendo con quale scuola sarò contrattualizzata a settembre, mi chiedevo se posso presentare domanda per allattamento a rischio e con chi.
Ciao Raffaella,
la situazione è particolare perchè nel periodo in cui dovresti richiedere l’allattamento a rischio non avresti un contratto di lavoro.
Per avanzare la richiesta, però, è necessario il DVR rilasciato dal datore di lavoro e la dichiarazione dello stesso sulla possibilità di adibire la lavoratrice ad altra mansione priva di rischio.
Quindi, eventualmente, potrai avanzare la richiesta, dopo aver avuto un nuovo contratto con una scuola.
Buona serata🙂
Sono un ostetrica assunta nella sanità pubblica. Attualmente sono in congedo di maternità obbligatoria. Mia figlia è nata il 01/01/2021. Vorrei richiedere l’interdizione del lavoro per l’allattamento a rischio.
I miei dubbi sono:
1. Posso richiederla in quanto il mio è un lavoro a rischio?
2. Se il mio datore di lavoro reputa che posso essere spostata di mansione posso rifiutare e richiedere il congedo facoltativo oppure devo per forza accettare il cambio di mansione?
3. Nell’azienda pubblica a chi devo rivolgermi per ottenere il DVR?
Ciao Maria Rosaria,
per richiedere l’allattamento a rischio è necessario consegnare, al datore di lavoro, il certificato di nascita del bambino entro 30 gg dal parto.
Successivamente il datore di lavoro è tenuto a redigere il DVR (documento di valutazione del rischio).
Con questo documento e con la compilazione del modulo dedicato a questa richiesta, la lavoratrice dovrà presentare richiesta di allattamento a rischio all’ITL di competenza per il suo territorio che poi si metterà in contatto col datore di lavoro e, se questo confermerà l’impossibilità di adibire la lavoratrice ad altra mansione priva di rischio, disporrà il prolungamento della maternità obbligatoria fino ai 7 mesi di vita del bambino.
Nel tuo caso dovrai rivolgerti all’amministrazione della tua azienda.
Se fossi adibita ad altra mansione (e quindi ti fosse rifiutata la richiesta di allattamento a rischio) potresti, comunque, usufruire della maternità facoltativa.
Buona serata🙂
Salve, sono un’insegnante della scuola secondaria di primo grado e vorrei rientrare al lavoro intorno ai 6/7 mesi di mia figlia. Se dopo la domanda non mi estendessero il congedo di maternità, ma mi ricollocassero a un’altra mansione, potrei usufruire in quel periodo dei congedi parentali?
Ciao Marta,
si, se non ti venisse concessa la proroga della maternità obbligatoria (allattamento a rischio), potresti usufruire, in modo continuativo o frazionato, di 180 giorni di congedo parentale retribuito al 30%.
Buona serata🙂
Sono un’insegnante di scuola primaria. Prima di procedere alla redazione del documento di valutazione dei rischi, il mio dirigente mi ha chiesto di presentare certificato del pediatra che attesti allattamento al seno e che l’ambiente scolastico mette a rischio l’allattamento materno.
Certamente il pediatra può certificare l’allattamento materno in quanto ha che fare con il nutrimento del bambino, ma come può certificare il rischio delle condizioni lavorative che attengono alla madre, la sottoscritta, che non è sua paziente e le relative condizioni di lavoro?
Non è una richiesta infondata per la seconda parte?
Ciao Anna,
il documento di valutazione del rischio (DVR) serve proprio per valutare i rischi legati all’ambiente di lavoro.
Il datore di lavoro è tenuto a rilasciartelo, a prescindere dalla dichiarazione del pediatra.
Nel caso si rifiutasse di farlo, ti consigliamo di contattare l’ITL e fare presente questo problema che non ti permette di inoltrare correttamente la domanda di interdizione per allattamento a rischio.
Buona giornata🙂
Salve sono un’insegnante di scuola primaria, ho ricevuto diniego di accoglimento dell’istanza da parte della DTL nonostante il dirigente scolastico abbia dichiarato che non può assegnarmi ad altre mansioni..In merito al ricorso da presentare all’ispettorato può essere scritto da me tramite PEC o deve essere scritto da un legale?
Grazie anticipatamente.
Ciao Vanessa,
puoi inviare anche tu la richiesta di ricorso, senza avvalerti di un legale.
Buona serata🙂
Buongiorno ho richiesto allattamento a rischio ke finirò il 12 giugno, posso richiedere poi la maternità facoltativa x almeno 4 mesi, avendo mio marito in navigazione la bimba ha solo me
Ciao Margherita,
si, l’allattamento a rischio è un prolungamento della maternità obbligatoria e non influisce, quindi, sulla possibilità di richiedere anche il congedo parentale retribuito al 30%.
Buona serata🙂
Buonasera volevo chiedere se si rientra nella possibilità di richiedere l’allattamento a rischio per questo periodo di Covid. Nella mansione che ricopro non è possibile effettuare smart working e lavoro in un ambiente dove ci sono molte persone.
Ciao Francesca,
per richiedere l’allattamento a rischio è necessario consegnare, al datore di lavoro, il certificato di nascita del bambino entro 30 gg dal parto.
Successivamente il datore di lavoro è tenuto a redigere il DVR (documento di valutazione del rischio).
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza per il proprio territorio allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata🙂
Buongiorno Sportello Mamme, sono Linda, insegnante della scuola secondaria di primo grado (quest’anno cattedra sostegno) con contratto in scadenza il 30/06 ed inoltre lavoratrice assunta a tempo indeterminato in un servizio di ristorazione (bar). Attualmente sono in maternità anticipata, in entrambi i lavori, in quanto mi è stata diagnosticata una gravidanza a rischio per problemi alla placenta, ma il temine presunto del parto è l’1/08/2021.
La mia domanda è questa: se devo procurare entro 30 giorni dal parto il certificato di nascita del figlio, per eventuale richiesta di allattamento a rischio, nel mio caso posso portarlo solo al bar e non a scuola in quanto il mio contratto scolastico cade il 30/06, giusto? Però non so dove sarò ricollocata a settembre/ottobre con le chiamate da GPS, quindi, cosa dovrei fare? visto che ipoteticamente la mia maternità obbligatoria termina il 1/11/2021???
Posso comunque richiedere l’allattamento a rischio una volta che mi è stata riassegnata una cattedra, anche se i 30 giorni dal parto in questo caso saranno sicuramente passati?
Spero possiate rispondere alle mie domande.
Buona giornata. Vi ringrazio.
Ciao Linda,
essendo una situazione particolare tu non puoi consegnare il certificato al datore di lavoro (scuola) in quanto non sai quale sarà questo datore di lavoro dopo Giugno.
Quindi, eccezionalmente, potrai probabilmente richiedere l’allattamento a rischio dopo l’eventuale attribuzione di una cattedra.
Ti consigliamo, per avere la certezza su come procedere, di contattare l’ITL di competenza per il tuo territorio per avere risposte certe in merito.
Buona serata🙂
Buonasera,
volevo chiedere se la domanda di allattamento a rischio è retroattiva. Lavoro a contatto con il pubblico per una ditta privata e per tutto il periodo dell’allattamento ho dovuto prendere congedo parentale per non mettere a rischio lo stesso per via del covid. Inoltre lavorando a 40 km da casa non riuscivo nemmeno a conciliare le ore lavorative con le poppate nonostante la riduzione delle stesse previste nel primo anno di vita del bambino. La bimba adesso ha 10 mesi e per tutto il tempo ho ricevuto il 30% dello stipendio. In questo periodo alcune mie colleghe hanno fatto richiesta di allattamento a rischio la quale è stata accolta, quando poi l’azienda all’ora mi disse che per noi mamme dipendenti, lavorando per un privato, non era previsto. La mia domanda è, posso fare richiesta all’ispettorato del lavoro e di conseguenza anche all’inps, che tutti i congedi richiesti vengano convertiti in allattamento a rischio ed avere una sorta di rimborso dello stipendio perso?
Grazie
Ciao Alessandra,
in linea di massima no, la domanda di allattamento a rischio deve essere inoltrata entro la fine del periodo di maternità obbligatoria da regolamento.
Puoi, in ogni caso, provare a contattare l’ITL di competenza per il tuo territorio e chiedere se fosse possibile inoltrare una richiesta retroattiva.
Buona serata🙂
Buongiorno,
Lavoro come commessa part-time per un’azienda di abbigliamento. Dal momento che il mio lavoro è stato definito “condizione di lavoro/ambientale pregiudizievole” ed è stata chiesta nel mio caso l’interdizione anticipata dal mio datore di lavoro , è possibile richiedere quindi l’astensione post partum dal lavoro fino al compimento del settimo mese di vita del figlio? Le mie mansioni rientrano anche per il post- partum nella condizione di lavoro/ambientale pregiudizievole?
Ciao Ale,
per richiedere l’allattamento a rischio è necessario consegnare, al datore di lavoro, il certificato di nascita del bambino entro 30 gg dal parto.
Successivamente il datore di lavoro è tenuto a redigere il DVR (documento di valutazione del rischio). In base a quanto riportato in questo documento verranno valutati i rischi dell’attività lavorativa nel post-partum.
Con questo documento e con la compilazione del modulo dedicato a questa richiesta, la lavoratrice dovrà presentare richiesta di allattamento a rischio all’ITL di competenza per il suo territorio che poi si metterà in contatto col datore di lavoro e, se questo confermerà l’impossibilità di adibire la lavoratrice ad altra mansione priva di rischio, disporrà il prolungamento della maternità obbligatoria fino ai 7 mesi di vita del bambino.
Buona giornata🙂
Buongiorno, sono un’impiegata postale allo sportello, sono stata messa in maternità anticipata già dal test positivo causa Covid, in quanto il mio datore non poteva cambiare la mia mansione. Secondo lei a rigor di logica (non ci sarà la possibilità di spostarmi ad altra mansione nemmeno alla nascita a giugno) e valutando la condizione pandemica avrò diritto a richiedere l’allattamento a rischio fino al suo 7o mese?La ringrazio molto.buona giornata un saluto Elisa
Ciao Elisa,
in linea di massima, in caso di rischio pandemico ancora presente, potrai richiedere l’allattamento a rischio fino al 7° mese del bambino.
Per richiederlo è necessario consegnare, al datore di lavoro, il certificato di nascita del bambino entro 30 gg dal parto.
Successivamente il datore di lavoro è tenuto a redigere il DVR (documento di valutazione del rischio).
Con questo documento e con la compilazione del modulo dedicato a questa richiesta, la lavoratrice dovrà presentare richiesta di allattamento a rischio all’ITL di competenza per il suo territorio che poi si metterà in contatto col datore di lavoro e, se questo confermerà l’impossibilità di adibire la lavoratrice ad altra mansione priva di rischio, disporrà il prolungamento della maternità obbligatoria fino ai 7 mesi di vita del bambino.
Buona giornata🙂
Buongiorno. Sono infermiera. Vorrei sapere per il prolungamento dei 7 mesi post partum, quale è il modulo della valutazione che il direttore sanitario deve compilare ? Devo mandare allo stesso una domanda da me redatta? E poi inviare il tutto all’ ITL ?
Ciao Annarita,
per richiedere l’allattamento a rischio è necessario consegnare, al datore di lavoro, il certificato di nascita del bambino entro 30 gg dal parto.
Successivamente il datore di lavoro è tenuto a redigere il DVR (documento di valutazione del rischio). Infatti Il datore di lavoro deve valutare se ci sono rischi per l’allattamento nel rispetto delle linee guida elaborate dalla Commissione dell’Unione Europea.
Deve valutare cioè se la mansione a cui la lavoratrice è normalmente assegnata è compatibile con l’allattamento oppure se i suoi compiti rischiano di recare pregiudizio o possono essere nocivi per la sua salute. In tal caso adotta le misure necessarie affinché il problema venga risolto.
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona giornata🙂
Ciao,
sono impiegata in un’azienda di consulenza informatica che prevede la possibilità di lavorare in Smart working.
La mia mansione prevede un lavoro sedentario e a forte rischio di stress psico/emotivo.
Posso richiedere l’allattamento a rischio? Se si, qual’è la procedura da seguire?
Grazie!
Ciao Norella,
per richiedere l’allattamento a rischio è necessario consegnare, al datore di lavoro, il certificato di nascita del bambino entro 30 gg dal parto.
Successivamente il datore di lavoro è tenuto a redigere il DVR (documento di valutazione del rischio). Infatti Il datore di lavoro deve valutare se ci sono rischi per l’allattamento nel rispetto delle linee guida elaborate dalla Commissione dell’Unione Europea.
Deve valutare cioè se la mansione a cui la lavoratrice è normalmente assegnata è compatibile con l’allattamento oppure se i suoi compiti rischiano di recare pregiudizio o possono essere nocivi per la sua salute. In tal caso adotta le misure necessarie affinché il problema venga risolto.
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata🙂
Salve.
Sono impiegata a tempo pieno come receptionist e segretaria di una clinica odontoiatrica. Sono in maternità obbligatoria fino a inizio maggio. Occupandomi anche di accettazione e triage dei pazienti, svolgendo un lavoro molto dinamico che richiede grande sforzo fisico (chi lavoro in ambito sanitario post covid sa di cosa parlo) e mentale, dovendo stare diverse ore davanti a video terminale, oltre che a telefono per almeno 6 ore al giorno, ho diritto all’interdizione?
Ciao Claire,
per richiedere l’allattamento a rischio è necessario consegnare, al datore di lavoro, il certificato di nascita del bambino entro 30 gg dal parto.
Successivamente il datore di lavoro è tenuto a redigere il DVR (documento di valutazione del rischio). Infatti Il datore di lavoro deve valutare se ci sono rischi per l’allattamento nel rispetto delle linee guida elaborate dalla Commissione dell’Unione Europea.
Deve valutare cioè se la mansione a cui la lavoratrice è normalmente assegnata è compatibile con l’allattamento oppure se i suoi compiti rischiano di recare pregiudizio o possono essere nocivi per la sua salute. In tal caso adotta le misure necessarie affinché il problema venga risolto.
La domanda per il riconoscimento del rischio deve essere presentata dalla lavoratrice direttamente all’ITL di competenza allegando la seguente documentazione:
-certificato di nascita del figlio o autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000;
-dichiarazione del datore di lavoro con l’indicazione della mansione o il lavoro vietati cui è adibita la lavoratrice e con la precisazione dell’impossibilità di adibirla ad altre mansioni sulla base di elementi tecnici attinenti all’organizzazione dell’azienda;
-DVR (documento di valutazione del rischio redatto dal datore di lavoro)
-ove richiesto certificato medico del medico del lavoro.
-modulo per la richiesta all’ITL compilato e firmato
l’ITL si metterà in contatto con l’azienda ed in base al DVR e alla possibilità di ricollocare la lavoratrice in altra mansione, deciderà se estendere il congedo di maternità o ricollocare la lavoratrice.
La lavoratrice verrà quindi informata dall’azienda (e dall’ITL) se è stata ricollocata ad altra mansione o se le è stato esteso il congedo di maternità.
Buona serata🙂